In barca sul Ciane, il fiume dei papiri (Sr)

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In barca sul Ciane, il fiume dei papiri (Sr)Costituita dalla Regione Sicilia nel 1984, la Riserva Naturale Orientata del Fiume Ciane e delle Saline di Siracusa intende tutelare l’omonimo fiume con tutto il suo habitat naturale e soprattutto la sua preziosa flora. Le rive del Ciane sono infatti uno dei pochi luoghi in Sicilia dove si trova allo stato naturale il papiro egizio, la famosa pianta d’acqua dolce che fino all’Alto Medioevo serviva per produrre i fogli su cui scrivere. Sempre in Sicilia il papiro è presente anche in una piccola zona del corso fluviale del Fiumefreddo (Ct).
Il Ciane nasce in località Cozzo del Pantano nella pianura alluvionale di Siracusa, dalle sorgenti Testa di Pisimota e Testa di Pisima. Quest’ultima ha l’aspetto di un laghetto dalle acque di colore azzurro intenso come in tutto il corso d’acqua, caratteristica che nell’antichità diede il nome al fiume. Ciane deriva infatti dal greco cyanos (κυανός) che vuol dire “azzurro”.
Presso la sorgente-laghetto di Pisima crescono già le piante di papiro (Cyperus papyrus L.ssp. Siculus) che si possono ammirare lungo tutto il corso del fiume. Circa la loro origine gli studiosi considerano due ipotesi principali. Alcuni ritengono che la presenza del papiro nel Ciane sia molto antica, e dunque che sia una pianta originaria dell’habitat fluviale. Altri invece credono che sia stato portato dall’Egitto in età greca. A quanto pare nel III secolo a. C. giunsero dall’Egitto alcune piante come dono da parte del re Tolomeo II Filadelfo a Gerone II, tiranno di Siracusa. Ma anche se gli studiosi hanno riscontrato somiglianza tra i termini siracusani con cui sono sempre stati chiamati i papiri (pampèra o pappèra) e quelle tardo-egizie (pa-en-peraa e pa-per-âa), tuttavia non è certo che i papiri esistenti attualmente nel fiume discendano da quel periodo. Una terza ipotesi, secondo la quale sarebbero stati gli Arabi nel medioevo a portare la pianta in Sicilia, non gode di molto credito, sempre per motivi linguistici. Studi storico-botanici hanno comunque accertato che in passato in Sicilia la pianta di papiro era più diffusa di quanto non lo sia adesso.
In barca sul Ciane, il fiume dei papiri (Sr). PorciglioneOltre al papiro nel fiume Ciane sono presenti anche altre piante fluviali e lacustri, come la cannuccia di palude, la menta acquatica, il crescione, la lenticchia d’acqua, ecc., mentre lungo le sue sponde crescono frassini ed eucalipti. La fauna acquatica è costituita da trote, cefali, tartarughe e granchi d’acqua dolce. Numerose e varie sono anche le specie di uccelli: gallinelle d’acqua, martin pescatori, porciglioni, tarabusini, ecc.
Il Ciane sfocia nel Porto Grande, nei pressi della città di Siracusa, accanto al fiume Anapo, con una foce comune nell’ultimo tratto. Tutt’attorno rimangono ancora i bacini che costituivano le saline, in attività dal Seicento fino agli anni ottanta del secolo scorso, ed oggi preservate come memoria all’interno della Riserva Naturale. Data la maggiore salinità dell’acqua, anche flora e fauna sono differenti. Fra le piante sono presenti la salicornia, l’enula bacicci, la violaciocca selvatica, l’obione e il giunco spinoso. Ma sono soprattutto gli uccelli, specie quelli migratori, che riempiono di colori e suoni la zona umida delle saline: aironi cinerini, cavalieri d’Italia, folaghe, fischioni, cigni reali, fenicotteri, falchi pescatori, cormorani, ecc. Gli zoologi e gli appassionati di birdwatching hanno avvistato anche specie rare come la sterna di Ruppell, il piro piro terek e il falaropo beccosottile.
Nella riserva è presente un sentiero ciclopedonale ad anello di circa 12 Km. Lungo il fiume Ciane inoltre si svolge un servizio turistico di escursioni in barca fino alla foce per ammirarne la flora e, se possibile, anche la fauna. Specialmente gli uccelli sono infatti molto guardinghi e fanno di tutto per evitare gli esseri umani.
In barca sul Ciane, il fiume dei papiri (Sr)I tragitti in barca sul Ciane non sono comunque una novità dei nostri tempi. Già in una lettera del 1760 l’abate Salvatore Di Blasi ringraziava lo studioso siracusano Cesare Gaetani per la gita sul fiume ad ammirare i papiri. Si tratta della prima testimonianza storica dell’esistenza delle famose piante che dalla seconda metà del settecento riscossero la curiosità di studiosi e viaggiatori. Nel 1780 infatti lo studioso catanese Saverio Landolina Nava ne studiò approfonditamente le possibilità di sfruttamento artigianale e ne chiese la loro conservazione e tutela. Anche il pittore francese Jean-Pierre Houël percorse il Ciane in battello durante il suo viaggio in Sicilia e riportò le sue impressioni nel suo Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, 1782-1787: «Quando si è in un battello, su queste acque calme e trasparenti si ha l’impressione, come per magia, di volare; si gode, inoltre, lo spettacolo di vedere i pesci che giocano, girano in tondo o si attaccano ai fondali. Si vedono mentre si nascondono sotto le piante, che sembrano composte di un tessuto di seta molto delicato: i pesci si credono ben al riparo dietro questa rete, ma il luccichio delle loro scaglie dorate o argentate le fa sembrare, in questo fondo trasparente, come fiori brillanti. Alcuni si smarriscono nella corrente del fiume e, allora, gettando la rete, si pescano più facilmente…».

Galleria fotografica.


Fonti:
AA.VV., “Riserva Naturale Fiume Ciane e Saline di Siracusa”, in: www.siracusaturismo.net .
AA.VV., “Studi sulla storia e sulle origini del papiro in Sicilia”, in: www.museodelpapiro.it .

Servizi Turistici. Il tragitto in barca sul Ciane si svolge su prenotazione. Per maggiori informazioni si possono consultare le pagine web turistiche di Siracusa, ad es. www.siracusaturismo.net.

Testo di Ignazio Burgio. Immagini di Ignazio Burgio all’infuori della seconda e terza foto all’interno del testo tratte da wikipedia.


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