Gli itinerari subacquei in Sicilia organizzati dalla Soprintendenza del Mare

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Gli itinerari subacquei in Sicilia Dopo una fase di progettazione e di collaudo nel giugno del 2021 sui fondali di Isola delle Femmine (Pa), sede di numerosi reperti archeologici di epoca romana e bizantina, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ha messo a disposizione per gli appassionati di immersioni subacquee ben 23 itinerari sommersi presso le coste della Sicilia e delle isole minori.
La finalità di questo progetto – realizzato partendo da un’idea del compianto archeologo Sebastiano Tusa – è ovviamente quella di offrire la possibilità di ammirare direttamente sul fondo del mare reperti archeologici di varie epoche frutto soprattutto di antichi naufragi. Si va così dai relitti di navi romane che trasportavano colonne, come a Capo Taormina o a Marzamemi (Sr), a quelli più tradizionali costituiti da anfore come sui fondali della costa di Noto (Sr), di San Vito Lo Capo (Tp), di Cala Gadir a Pantelleria, ecc. O ancora, di relitti navali molto più recenti, come quello di un brigantino del ‘700 di cui sono rimasti solo i cannoni sui fondali dell’isola di Marettimo nelle Egadi, o quello del “Kent”, una moderna motonave da carico affondata l’8 luglio 1978 davanti a S. Vito Lo Capo (Tp).
Ogni percorso subacqueo è provvisto di segnaletica e di cartelli informativi nel pieno rispetto dell’eco-sostenibilità ambientale. Per alcuni itinerari sono stati predisposti anche degli smartwatch impermeabili da polso che forniscono oltre a tutte le informazioni più dettagliate anche una ricostruzione virtuale del relitto sommerso. In alcuni siti, come a Cala Minnola nell’isola di Levanzo (Arcipelago delle Egadi) e a Cala Gadir nell’isola di Pantelleria, i sistemi di telecontrollo che monitorano i reperti rimandano le immagini anche in alcuni luoghi pubblici a terra, a disposizione dei turisti che non possono o non vogliono immergersi.
Dei 23 itinerari, soltanto cinque – Kalura a Cefalù, Basiluzzo nell’isola di Panarea, Relitto delle colonne a Pachino (Sr), Relitto dei marmi a Portopalo (Sr), Capo Boeo a Marsala – sono a poca profondità, e dunque osservabili anche in “snorkeling”, cioè con maschera e boccaglio. Poiché dunque la maggior parte dei siti da visitare sono a una certa profondità, e il percorso subacqueo si snoda anche per centinaia di metri sott’acqua, gli itinerari sono normalmente riservati a sub in possesso di bombole, di brevetto, ed esclusivamente accompagnati da una guida esperta. Sulla pagina archeologiasottomarina/itinerari del sito della Soprintendenza del Mare si possono trovare le schede relative ad ogni percorso con tutte le più dettagliate informazioni riguardanti profondità, distanza, visibilità, presenza di correnti, ecc. a disposizione degli appassionati. In fondo alla medesima pagina un altro link – archeologiasottomarina/diving – conduce all’elenco dei Diving Center presenti nei capoluoghi di provincia siciliani e nelle località marittime, autorizzati a fornire guida, attrezzature e assistenza per i percorsi subacquei.
L’itinerario dell’Area Protetta Isole dei Ciclopi (Acitrezza, Ct) consente la visita anche ai sub non vedenti – anch’essi accompagnati e in possesso di specifico brevetto – poiché sui suoi fondali sono presenti copie in resina delle anfore antiche scoperte, corredate da cartelli esplicativi in lingua Braille: insomma, un progetto sperimentale di indubbio valore sociale che ci si augura non rimanga un esempio unico e isolato.

Nota. Testo di Ignazio Burgio. L’immagine in apertura è di pubblico dominio. Data di pubblicazione: 15 giugno 2022.

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