Nonostante il fatto che i suoi straordinari mosaici medievali in stile normanno-bizantino siano i più antichi della Sicilia, la chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio in piazza Bellini a Palermo è meno conosciuta dai turisti di quanto non lo siano il Duomo di Monreale e quello di Cefalù. Ma già in epoca normanna era molto rinomata per lo splendore delle sue decorazioni. Nel 1185 Ibn Gubair, mercante e viaggiatore arabo, rimase impressionato dai colori e dagli ori dei mosaici: secondo lui, la chiesa era uno dei più stupendi monumenti dei cristiani, e gli mancavano le parole per descriverla.
Costruita intorno al 1143 su iniziativa di Giorgio d’Antiochia, Ammiraglio del re normanno Ruggero II di Sicilia, venne dotata molti anni dopo nel 1194 di un monastero femminile benedettino per opera della nobildonna Eloisa Martorana (da cui il nome più comune). Ciò che più caratterizza questa chiesa è la commistione di stili, poiché accanto a quello predominante normanno-bizantino tipico dei mosaici, nel corso del XVII e XVIII secolo si aggiunse anche lo stile barocco ad esempio nella facciata esterna e nell’abside interno.
Originariamente la pianta era a croce greca con tre absidi, anche se secondo lo stile delle prime chiese cristiane, allungata con un nartece (o atrio, per i penitenti e i catecumeni). All’esterno dell’ingresso originario vi era un porticato con archi sorretti da colonne e poi la torre campanaria a pianta quadrata con archi ogivali. Ma nel 1588 il portico venne incorporato all’interno della chiesa, e l’ingresso di essa spostato sotto la torre campanaria, com’è ancora oggi.
L’interno della chiesa è caratterizzato da sottili colonne su cui poggiano gli archi in stile classico (a tutto sesto). I mosaici ricoprono sia gli archi, sia le volte, sia l’interno della grande cupola circolare in alto che poggia su di un tamburo di forma ottagonale. Nella cupola è raffigurato Cristo in trono adorato da quattro Arcangeli. Gli otto lati del tamburo sono rispettivamente occupati da otto profeti, e le nicchie, dai quattro Evangelisti. Vicino ad essi anche gli altri apostoli. Sotto le volte degli archi laterali risaltano due raffigurazioni in particolare: in una vi è il committente della chiesa, Giorgio di Antiochia prostrato ai piedi della Vergine a cui la chiesa stessa venne dedicata; e sull’opposta parete, l’incoronazione del re Ruggero II da parte direttamente di Cristo, con un significato ideologico-politico affine alla mentalità teocratica e cesaro-papista degli imperatori di Costantinopoli.
Dopo le modifiche alla pianta originaria alla fine del XVI secolo, nel ‘600 iniziò a venir rimaneggiato anche lo stile architettonico della chiesa. Il vecchio abside centrale venne abbattuto e ricostruito in stile barocco, su progetto di Paolo Amato mentre anche l’atrio vicino l’ingresso – ovvero l’ex-porticato esterno – venne affrescato dal pittore catanese Olivio Sozzi (1690 – 1765). Venne anche realizzata sul lato nord (che dà sulla piazza) una facciata esterna secondo il medesimo stile barocco in voga all’epoca.
Dal punto di vista del culto, la chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio appartiene all’eparchia di Piana degli Albanesi anche se dipende dalla Chiesa Cattolica. Vi si officiano funzioni secondo il rito greco-bizantino (in greco antico o in lingua albanese) per gli italo-albanesi, cattolici, ma osservanti delle tradizioni spirituali della Chiesa Ortodossa. Fino al 1943, punto di riferimento di tutta la comunità degli Albanesi (o Arbereshe) della provincia di Palermo era la chiesa di S. Nicolò dei Greci sempre nel capoluogo siciliano. In quell’anno tuttavia quella chiesa venne distrutta dai bombardamenti e la sede dell’eparchia venne spostata proprio a S. Maria dell’Ammiraglio, la quale assunse anche il nome della precedente chiesa non più esistente (appunto S. Nicolò dei Greci). Nel 2015 la Chiesa è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità insieme alle altre chiese normanne di Cefalù e Monreale.
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La Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio (o Martorana o S. Nicolò dei Greci) si trova in Piazza Bellini 3 a Palermo. È aperta dal lunedì al sabato, di mattina e di pomeriggio (con pausa a metà giornata). La domenica solo di mattina. Per i non residenti l’ingresso è a pagamento (2 euro). Per ulteriori informazioni: Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio.
Testo di Ignazio Burgio. Foto di Ignazio Burgio eccetto la pianta della chiesa, la cupola con Cristo in trono (di Paolo Sub) e l’incoronazione di Ruggero II (autore sconosciuto) provenienti da Wikipedia.
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