La Palazzina Cinese di Palermo e i suoi giardini-labirinti

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La Palazzina Cinese di Palermo e i suoi giardini labirinti Nel bel mezzo del Parco della Favorita, alla periferia nord di Palermo, si presenta agli occhi dei visitatori l’artistico edificio tardo-settecentesco della Palazzina Cinese. Con le sue sue colonne presenti nella facciata, il tetto a pagoda ed i suoi colori rosa pastello rappresenta un felice connubio tra lo stile neoclassico del periodo napoleonico e il gusto esotico orientale portato dai commerci transoceanici. L’edificio di forma cubica è inserito in un parco costituito, sul retro, anche da quattro grandi aiuole a forma di labirinti circolari, corredati da fontane ed altri elementi decorativi.
Le sue origini risalgono infatti alla fine del XVIII secolo allorchè nel 1790 l’architetto Giuseppe Venanzio Maravuglia, su incarico del Barone Benedetto Lombardo della Scala, edificò il primo progetto di Casina alla Cinese. Nove anni dopo il re di Napoli Ferdinando III di Borbone rifugiatosi in Sicilia insieme alla sua consorte Maria Carolina in seguito ai moti rivoluzionari a Napoli e all’invasione delle truppe napoleoniche, acquistò la palazzina per farne la sua residenza a Palermo e diede incarico al medesimo architetto Maravuglia di ristrutturarla e abbellirla. L’anno successivo, il 1800, vennero realizzati anche i giardini da Giuseppe Patricolo.
Pur presentandosi con uno stile artistico raffinato e gradevole, la palazzina cinese presenta in realtà al suo esterno elementi architettonici finalizzati alla difesa da eventuali assalti popolari e all’agevole fuga del re e della sua corte. A parte il lungo e ampio viale che conduce all’ingresso (per dare il tempo alle guardie di accorgersi in tempo e dare l’allarme), anche l’alta cancellata era provvista di una gran quantità di campanelli per segnalare eventuali intrusioni notturne. Ai due lati della palazzina, le due alte scale esterne elicoidali (o a chiocciola) costituivano poi vie di fuga laterali anche dai piani alti in caso di assalto all’ingresso principale.
La Palazzina Cinese di Palermo e i suoi giardini labirinti L’edificio è costituito da due piani, più un seminterrato e una terrazza superiore. Il primo piano, a cui si accede dalla scalinata esterna, ospita la sala dei ricevimenti in stile orientale con rappresentazioni di personaggi cinesi, la stanza del re con il sontuoso letto a baldacchino e la sala da pranzo la cui tavola nasconde una particolarità di cui si parlerà più avanti. Al secondo piano vi sono gli appartamenti della regina Maria Carolina in stile sia orientale come anche greco-romano classico. La grande terrazza superiore comprende anche un ambiente coperto di forma ottagonale ed un tetto a pagoda.
Il seminterrato contiene la grande sala da ballo e la saletta delle udienze anch’esse artisticamente decorate con raffinata mobilia e un gran numero di piccoli quadri polittici, secondo il gusto dell’epoca. Sempre nel seminterrato è presente anche un imponente meccanismo elevatore che consentiva di far pervenire direttamente le portate alla tavola del re posizionata esattamente al primo piano, evitando così che altri estranei (servitori e camerieri) fossero presenti durante il pranzo del sovrano. Tramite questa struttura – costruita sempre dall’architetto Maravuglia e denominata “Tavola matematica” – era tutelata la riservatezza del re e dei suoi ospiti che potevano anche discutere degli affari di stato senza il rischio che nessun cameriere potesse venirne a conoscenza.
Il versante posteriore della palazzina si affaccia, come si è già detto, su di un grande giardino suddiviso in quattro labirinti circolari perfettamente uguali e simmetrici, ciascuno dal percorso irregolare e con più di un ingresso/uscita. Poichè tuttavia le siepi sono basse ed è impossibile perdere l’orientamento, la loro finalità era più che altro ornamentale, a differenza di altri giardini in Italia e all’estero dove le alte siepi consentivano di smarrirsi per divertimento o “affari d’amore”. È utile ricordare che proprio nella prima metà dell’Ottocento i labirinti, compresi quelli composti da siepi nei giardini, passarono temporaneamente di moda per poi ricominciare a tornare in auge a partire dalla seconda parte del XIX secolo fino ad oggi.
Dopo la fine della monarchia borbonica e la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, la Palazzina Cinese insieme al parco e ai giardini passarono alla Corona Sabauda e poi allo Stato. Una volta diventati proprietà del Comune di Palermo nel secondo dopoguerra, tali preziosi tesori artistici e storici furono aperti alle visite turistiche.






VIDEO: Palermo – la Palazzina Cinese, di Sandroc70


La Palazzina Cinese si trova nella parte nord di Palermo all’interno del Parco della Favorita, in via Duca degli Abruzzi 1. Per raggiungerla con i mezzi pubblici, si può prendere dalla piazza della stazione centrale di Palermo il bus 101 e scendere al capolinea di fronte allo Stadio Comunale. La Palazzina dista all’incirca 500 metri. È possibile anche servirsi dei bus 615 o 645 (fermata a pochi metri dal capolinea del 101) che dopo un breve tragitto conducono davanti alla Palazzina Cinese. Attualmente (primavera 2023) gli orari di visita sono i seguenti: martedì e mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 14.00; giovedì, venerdì e sabato dalle ore 09.00 alle ore 19.00; domenica: solo la prima di ogni mese dalle 09.00 alle 13.00; chiuso il lunedì. L’ingresso è gratuito. Per altre informazioni si può consultare la pagina turistica: Palazzina Cinese nel sito del Comune di Palermo.
Testo di Ignazio Burgio. L’immagine iniziale, di Maria Virginia Tripoli, è tratta da Pinterest. Quella dei giardini nella gallery, di Tato Grasso, è tratta da Wikipedia. Tutte le le altre foto sono dell’autore. Articolo pubblicato il 6 maggio 2023.

Fonti:
Palazzina Cinese nel sito del Comune di Palermo.



La palazzina cinese di Palermo e i suoi giardini labirinti

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