Ogni anno la località di Biancavilla, ai piedi dell’Etna, rievoca le proprie origini albanesi, con un corteo storico in costumi tardo-medievali che si snoda lungo le sue vie. Meta finale del corteo è la Basilica di S. Maria dell’Elemosina, patrona della cittadina e protagonista della fondazione di Biancavilla. L’evento è organizzato dall’Associazione “Rievocazioni Storiche Arbereshe” (appellativo dei greco-albanesi di Sicilia e del resto d’Italia) in sinergia con il Comune della cittadina etnea.
Narra la storia che nel 1482, un gruppo di Albanesi di Scutari in fuga dall’avanzata dell’esercito turco attraversò il Mar Jonio sotto la guida di Cesare De Masi ed approdò in Sicilia. La loro intenzione era inizialmente quella di ricongiungersi ai loro connazionali già presenti nell’isola siciliana a Piana degli Albanesi (PA). Ma lungo la via si fermarono per la notte in un un’area chiamata Callicari, dove piantarono le tende ed appesero ad un albero di fico un quadro della Madonna dell’Elemosina, una delle poche reliquie che si erano portati dietro dalla propria patria. Secondo la tradizione, al loro risveglio il mattino successivo scoprirono che i rami del fico durante la notte erano cresciuti fino ad avviluppare in maniera inestricabile l’icona. Interpretando questo fatto come la volontà della Madonna ritratta nel quadro di rimanere in quel luogo, gli Albanesi ne fecero richiesta al signore di quelle terre, il conte Gian Tommaso Moncada che ne diede un provvisorio consenso. Nel definitivo privilegio di fondazione (o licentia populandi) del 1488 si parla di “greci abitatori infra lu territorio nuncupato di Callicari o Pojo Rosso”. Attorno alla Chiesa Madre sorse così la cittadina di Callicari, poi chiamata Albavilla ed infine Biancavilla. Sempre secondo la tradizione quest’ultima denominazione venne data al borgo dal successivo Conte Francesco Moncada in ricordo della regina Bianca di Navarra, la seconda moglie del re Martino il Giovane (1374-1409). Quest’ultima in occasione del suo matrimonio nel 1402 aveva ricevuto in dote anche le terre su cui sarebbe sorta poi Biancavilla. Con l’afflusso nella cittadina di altri abitanti dai paesi vicini, specie a partire dalla fine del Seicento, il retaggio tipicamente albanese – lingua, usi, costumi – andò via via perdendosi. Proprio al fine di recuperare almeno in parte questa tradizione perduta, si prodiga da alcuni anni l’Associazione “Rievocazioni Storiche Arbereshe” anche tramite l’organizzazione di cortei e spettacoli in costume.
Per l’allestimento dell’edizione del 2019, l’Associazione si è adoperata per riprodurre nella maniera più fedele anche i costumi originali prima che nel corso dei secoli subissero le contaminazioni del folklore siciliano. Grande rilievo ha avuto anche la figura del patriota albanese Giorgio Castriota Scanderberg che nel XV secolo combattè gli Ottomani in Albania, cercando inutilmente di contrastare la loro invasione. Come spiega la prof.ssa Graziella Milazzo, presidente dell’Associazione, «in Sicilia, tutti gli arbëreshë mantennero un loro sistema politico, religioso oltre che linguistico e culturale, avendo una certa indipendenza dal territorio. La rievocazione storica – sottolinea Milazzo – ci fa riflettere anche sulla perdita da parte della nostra cittadina di un patrimonio culturale, una ricchezza che va pian piano recuperata». «L’operazione culturale che in questi anni la nostra associazione sta portando avanti – conclude la prof. Milazzo – ha un grande valore sociale e identitario, a ciò si aggiunge lo spettacolo e il divertimento, un modo più leggero e semplice per avvicinare tutti alla storia» (da: biancavillaoggi.it, Le origini di Biancavilla in una rievocazione tra storia e leggenda, 25 settembre 2019).
Fonti:
www.comune.biancavilla.ct.it;
www.metroct.it (Ritorna in scena la rievocazione storica delle Arbereshe a Biancavilla, 5/10/2019);
biancavillaoggi.it (Le origini di Biancavilla in una rievocazione tra storia e leggenda, 25/9/2019).
Testo di Ignazio Burgio. Fotografie di Giuseppe Pappalardo.
Come arrivare a Biancavilla. Da Catania percorrendo la SS 121 in direzione di Misterbianco e Paternò, si giunge a Biancavilla subito dopo S. Maria di Licodia. Sempre da Catania oltre ai bus extraurbani, si può utilizzare anche la Ferrovia CircumEtnea (escluso la domenica). Da Palermo lungo l’autostrada in direzione di Catania, uscendo allo svincolo di Catenanuova, si può percorrere il breve tratto di provinciale in direzione di Centuripe e Adrano e raggiungere subito dopo Biancavilla.
Tributo alla stupidità dei motori di ricerca. Il mio plugin wp per motori di ricerca mi suggerisce che per indicizzare al meglio questo articolo devo inserire almeno -4- volte la frase chiave “Rievocazione storica arbereshe a Biancavilla”. Dunque al fine di evitare che l’articolo si possa indicizzare male se non si trova la frase rievocazione storica arbereshe a Biancavilla penso che sia opportuno inserirla un certo numero di volte all’interno di questo testo. Ma al fine di non banalizzare lo stile di questo articolo (assolutamente non commerciale) ripetendo fino alla noia la stessa frase, ritengo sia meglio aggiungere alla fine la suddetta frase – appunto, rievocazione storica arbereshe a Biancavilla – nascondendo il tutto alla vista dei pazienti lettori. Spero che in tal modo il mio plugin sia soddisfatto di aver trovato la frase in questione – rievocazione storica arbereshe a Biancavilla, ovviamente – e non si lamenti più. E spero che i lettori non leggano mai questo testo, perchè è perfettamente inutile.