
Poichè dal 18 maggio molti musei e monumenti hanno già riaperto le proprie porte ai visitatori, al momento con regolamentazione degli ingressi, ha destato interesse la notizia che il Duomo di Firenze ha deciso di adottare un dispositivo elettronico che, indossato da ogni visitatore, si attiva – con un suono discreto per la verità – se qualcuno si avvicina a meno di un metro da qualcun altro (in sostanza, ogni dispositivo rileva la distanza degli altri dispositivi uguali al collo dei turisti). Di tali dispositivi elettronici in realtà ne esistono già da tempo diversi tipi – ad esempio sotto forma di braccialetti, o di pseudo-orologi da polso – ma sino ad ora erano utilizzati esclusivamente nel mondo del lavoro, per garantire il distanziamento tra un operaio e l’altro nelle fabbriche rimaste attive (la loro funzione è anche quella di memorizzare su di un server centrale gli spostamenti dei medesimi operai – ad es. per l’uso di aree comuni, come le toilettes o le mense – cosicchè nel caso qualcuno di loro risultasse positivo, è possibile individuare i colleghi che lo hanno incrociato per sottoporli al tampone).
Se tali dispositivi potrebbero – si usa il condizionale perché in ambito turistico si è ancora in una fase sperimentale – avere una loro utilità nel caso di luoghi circoscritti come musei e monumenti, sarebbe inutile, anzi controproducente, utilizzarli in luoghi aperti per gruppi di visitatori o escursionisti appiedati, anche di poche persone, anche se distanziati e in fila indiana. Non soltanto perché – come si diceva sopra – se ci si sente parte di un gruppo, e in una condizione di relax, si tende istintivamente al riavvicinamento, ma anche perché l’eventuale stanchezza fisica dopo un certo percorso a piedi contribuisce al calo dell’attenzione, e quindi alla possibilità di non accorgersi di aver ridotto la propria distanza dagli altri, e via dicendo. Insomma, ci sarebbero ottime probabilità che a metà escursione si scateni un concerto di fastidiosi suoni d’allarme (per quanto moderati possano essere), distruggendo oltre ai timpani anche la pace naturale e il gusto della giornata.
Fortunatamente – secondo quanto appurato dai virologi – le possibilità di contagio all’aperto sono molto minori rispetto ai luoghi chiusi, cioè ben 20 volte di meno (nonostante, secondo recenti studi, pare che la presenza di vento possa incrementare la distanza di trasmissione del virus anche ben oltre il metro, metro e mezzo). Dunque anche se il rigoroso rispetto della distanza di sicurezza viene temporaneamente e casualmente meno, i rischi risultano ridotti, anche se chiaramente, è bene averlo sempre presente, non si azzerano. Quelle aree naturalistiche che in Italia dal 18 maggio hanno riaperto l’accesso ai visitatori, anche in gruppi organizzati, come ad es. i parchi dell’Arcipelago Toscano, richiedono comunque per sicurezza oltre al distanziamento anche l’utilizzo della mascherina, altro efficace dispositivo di prevenzione, specie in presenza di vento. Certamente con l’avanzare della bella stagione molte altre aree naturalistiche torneranno ad accogliere escursionisti e visitatori, ed istituzioni pubbliche ed associazioni private ricominceranno ad organizzare escursioni, eventi e manifestazioni. Tuttavia non è detto che le guide e gli addetti alle aree paesaggistiche non debbano trovarsi in seria difficoltà nel far rispettare la distanza minima a coloro che li seguono a piedi, per i motivi di cui si è detto sopra nel caso di escursionisti appiedati ed a rischio di stanchezza fisica e psicologica. Bisogna anche tener conto che in condizioni di stanchezza fisica, e di clima caldo, l’uso della mascherina potrebbe rivelarsi insopportabile dato che il ritmo della respirazione tende naturalmente ad aumentare.
Potrebbe dimostrarsi al contrario molto più facile garantire il distanziamento, ed anche l’uso della mascherina, se per muoversi non si fa affidamento solo sulle proprie gambe, ma su di un mezzo, meccanico o animale, come nel caso di biciclette, cavalli e quad.

L’uso delle due ruote (e per ragioni naturalistiche qui ci si riferisce soltanto alle biciclette) rende più facile e spontaneo il mantenimento della distanza, poiché chiaramente è lo stesso mezzo che, per lo meno quando si procede “in fila indiana”, separa i ciclisti tramite le ruote. Non si esclude naturalmente la possibilità che possano accadere affiancamenti ravvicinati, volontari o involontari, tra i componenti del gruppo, specie se si tratta di bambini o ragazzi. Ma la possibilità di tali accostamenti ravvicinati, se si procede ad andatura da passeggio, sarebbe sempre minore che nel caso di un gruppo appiedato (per motivi di fatica minore, di minor calo dell’attenzione, di maggior capacità di controllo se l’andatura è lenta, ecc.). Ed anche l’eventuale utilizzo di distanziometri – se proprio si vuol fare questo esperimento – non comporterebbe un continuo “concerto”. Inoltre, faticando di meno, gli escursionisti in bici potrebbero riuscire a sopportare meglio anche le mascherine. In ogni caso il senso di responsabilità individuale, al quale, con lo stile più opportuno, dovrebbero esplicitamente e ripetutamente appellarsi gli organizzatori e le guide turistiche, non verrebbe percepito come un “obbligo fastidioso” come nel caso degli escursionisti appiedati: e questo perché l’uso di un mezzo, in questo caso la bici, non solo separa già di per sé i partecipanti, ma da un punto di vista psicologico non porta a considerare il distanziamento come una limitazione della propria libertà, ma al contrario come una diversa e piacevole esperienza di movimento e divertimento.
Stesso identico discorso può valere anche per le escursioni e le passeggiate a cavallo, che anch’esse in tempi normali vengono organizzate in gran numero in Sicilia a cura di agriturismi, centri di equitazione ed associazioni. Anche se solitamente gli animali sono addestrati e abituati a procedere in fila indiana, potrebbero sempre verificarsi degli affiancamenti ravvicinati, ad es. durante le soste. Anche in questo caso dovrebbe essere cura delle guide e degli organizzatori, oltre che appellarsi al senso di responsabilità verso chi essendo magari più esperto nella conduzione del cavallo dovesse volontariamente avvicinarsi a qualcun altro, evitare che gli stessi animali per un motivo o per l’altro si accostino tra loro mentre sono cavalcati dagli escursionisti. A cavallo ci si affatica ancor meno che in mountain bike, e quindi restando sempre normale il ritmo della respirazione le mascherine potrebbero rivelarsi ancora più sopportabili.

Anche per questa tipologia di servizio turistico in ogni angolo della Sicilia esistono diversi operatori turistici e associazioni di appassionati che, in tempi normali, organizzano escursioni di varia durata lungo gli itinerari più disparati, anche in gruppi numerosi, appoggiandosi a B&B, agriturismi, rifugi, ecc. per alloggiare e mangiare. Per guidare il veicolo è richiesto il possesso della patente B, o anche la B1 (quindi 16 anni di età) se il quad non supera la massa a vuoto di 550 Kg, la potenza di 15 kW, se elettrico, e la velocità di 80 Km orari. I quad usati nelle escursioni sono normalmente monoposto. Tuttavia – come nelle moto – a volte consentono anche il posto per un’altra persona dietro il guidatore, che in base alle attuali disposizioni sul distanziamento dovrebbe essere un familiare con cui si convive (ma per non scatenare l’ira di Cupido, in genere gli organizzatori considerano tutte le coppie come conviventi, reali o “virtuali”…).

È chiaro che tutte le considerazioni fin qui formulate hanno in realtà un valore temporaneo, legate alla condizione di emergenza sanitaria di questi tempi così anomali. Sicuramente con l’entrata in distribuzione di un vaccino efficace (probabilmente già entro quest’anno) verrà meno la necessità di mantenere il distanziamento e di adottare altre misure di prevenzione come le mascherine. Le visite guidate e le escursioni all’aperto torneranno allora ad essere gustate, anche a piedi, in maniera meno ansiogena e più spontanea, e l’uso di mountain bike, cavalli e quad rientrerà semplicemente nel novero delle esperienze escursionistiche alternative.
Note. Un servizio-video della Rai sul distanziometro nel Duomo di Firenze si trova in questa pagina.
Le informazioni sui quad sono state prese dai siti:
www.quadcentersrl.it – motori.virgilio.it
L’articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2020. Testo di Ignazio Burgio. Le immagini sono di pubblico dominio.
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